Friday, April 18, 2008

Angela Myammee Pitts Forum

La carità di Dio in noi

Introduzione

La virtù teologale della carità è una e indivisibile.
Analizzando il dato biblico, nella varietà delle sue espressioni, si può constatare che «nella teologia biblica sulla carità è secondario distinguere gli oggetti, ciò che conta è possedere l'amore, partecipazione dell'amore di Dio per noi [1] .
Che il mio amore sia rivolto a Dio o all'uomo, si tratta sempre dell’azione dell'unica carità teologale. Questo spiega come per la riflessione teologica e per il messaggio neotestamentario, fare attenzione alla carità del prossimo to pay attention to any charity.
If the emphasis falls mainly on the love of neighbor because it challenges us in a more concrete way than the love of God
Let us now analyze the structure of charity and understand its internal dynamics.
The love of God is our charity. In fact, the love of God in the Christian's freedom enables us to love. It is in us the love of donor participation, welcoming and communion of the Trinity. Love is revealed by the love of Christ.

1. The image of Trinitarian love

The Christian image of God who is love, and sharing in the love of the Trinity, reflects the structural dynamics of the Trinity. Christian charity is "created the appearance of divine love" [2] . She "implanted in us, in a sense, the same love of the Trinity, or rather, we moved into it. When we love someone, we will enter into a communication similar to that of the Son with the Father or the Father and the Son with the Spirit " [3] .
The Christian learns, therefore, the Trinity that charity which is called as a witness to life. Learn the dynamics of love expressed by the divine persons in their relations with each other as Father, Son and Holy Spirit.

1.1. Charity donation is a reflection of

di Dio, la carità è dono. Nel Padre, infatti, la carità è amore che si dona in modo radicale. Il Padre si dona generando il Figlio e creando e salvando l'uomo.
Il cristiano, immagine di Dio e destinatario del suo amore, è reso capace dell’amore donante del Padre.
Il donare è atto di uscita da sé per andare verso l'altro. E’ l'«io» che incontra attivamente il «tu». E’ il movimento del dare, ossia dell'«io» che si dona totalmente
Tuttavia posso coprire di beni l'altro senza amarlo davvero come posso non avere nulla da dargli e amarlo intensamente. Una presenza, un sorriso, una parola, un'azione paziente di accompagnamento, un incoraggiamento sono ben in terms of having a small thing, but a way of being explicit, which reproduces the creative act of God and redeemer of the Christian Charity
donating part of divine creativity. To love someone is saying it is good that you exist [4] .
E 'consent to the love of God's creative [5] .
You then realize how true are the following words: "I need you to be myself. Loving me, you give me to myself, you dare me to be. "
"For a person to be loved is precisely to exist" [6] .
Every time I give myself to another, giving me something to communicate a bit ' of my life, because he lives. "I am a Father to the other" from whom every family in heaven and on earth takes its name "(Eph 3:15)" [7] .
the Christian God's gift, you give it to others [8] .

features gift.
1. The initiative and always in love of God always loves God first (cf. 1 Jn 4:19). The alliance, an expression of love with which God offers himself as salvation is a gift of God's prevenient and elective and is undeserved by man.
2. the gift is always characterized by generosity and kindness. These two features are given special emphasis in the parable of the lost sheep. They express il totale disinteresse, la piena libertà, l'intenzione esclusiva del bene dell'amato nel dono: «Dio... dona a tutti generosamente e senza rinfacciare» (Gc 1,5), perché il suo amore è soltanto grazia. Ancora «Buono è il Signore verso tutti» (Sal 145,9).
3. La misericordia: è l’amore che si china sulle miserie umane; è il dono che ristabilisce l'uomo nell'integrità perduta e che in presenza della miseria morale, il peccato, si fa perdono.
4. Dio ha il volto paterno della misericordia. Nella coscienza dell'israelita egli è «Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di grazia..., che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato» (Es 34,6‑7). In the testimony of Jesus is the Father of the prodigal son (cf. Lk 15:11-32).
In the apostolic preaching is the "Father of mercies and God of all comfort" (2 Cor 1.3, cf. Jas 5.11), who "for the great love with which He loved us, we were dead through our trespasses, made us alive with Christ "(Ephesians 2:4-5) [9] .
5. God's love is universal and unfailing. It does not discriminate, nor is it ever not. He is the Father who "makes his sun rise on the evil and the good, and sends rain on the just and the unjust" (Mt 5,45), whose love is forever (cf. Jer 31:3) "his mercy endureth for ever" (1Cor 16,34; Sal 106,1); «eterna è la sua misericordia, la sua fedeltà per ogni generazione» (Sal 100,5; cf Sal 136; 118,1‑4).
La carità del cristiano deve essere perfetta come quella di Dio: «Siate voi dunque perfetti, esorta Gesù, com'è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,48). Il cristiano diventa Perfetto come il Padre, con l’essere fedele al suo amore.
Il suo amore in noi e per noi significa dono d'amore per lui e, in lui, verso i figli.
Un dono che riproduce i tratti essenziali dell’amore di Dio: «amate..., fate del bene, prestate senza aspettare niente in cambio... e sarete figli dell'Altissimo» (Lc 6,35); «amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste» (Mt 5,44‑45); «siate misericordiosi, com'è misericordioso il Padre vostro» (Lc 6,36).

1.2 Carità è accoglienza

Riflesso dell'amore filiale di Cristo, la carità è accoglienza. Il Figlio è il «Tu» che eternamente accoglie il dono d'amore del Padre. In lui l'amore è ricettivo, cioè filiale.
Il cristiano, figlio per conformazione ontologica al Figlio Gesù, è, in rapporto al Padre, nella stessa relazione ricettiva del Figlio [10] .
Carità è lasciarsi amare da Dio che è Padre.
Amare è consentire l’amore all'amante [11] . Nell'amore «io sono» perché «tu sei». Amare è ricevere. Si esce dalla solitudine e dall'indigenza, per vivere nella gratitudine [12] .
1. La carità è ricettiva prima di tutto in relazione a Dio, da cui tutto riceviamo: «Per grazia di Dio sono quello che sono» (1Cor 15,10). Il rifiuto dell’uomo di aprirsi all'accoglienza della grazia è orgoglio, perché si sente bisognoso solo di se stesso e ripone la propria salvezza solo nei propri mezzi o nei propri meriti.

2. La carità è altresì ricettiva in relazione a ogni uomo.
Essa è una esigenza della dinamica intrinseca alla carità, che è movimento di dono e accoglienza. Una carità che presumesse dare soltanto, chiudendosi a ogni ricettività, non sarebbe vera carità. Finirebbe:
- o nell'attivismo caritativo incapace di riconoscere e comprendere l'altro, incurante di questi come persona;
- o in quel «fare la carità», cioè l'altro diviene pretesto per azioni meritorie, motivo di autogiustificazione.
Un amore incapace o indisponibile all'accoglienza dell'altro e del suo amore, cioè che non dà all’altro la possibilità di donare, è un atteggiamento che separa e allontana; che pone chi dona in attitudine paternalistica o in posizione di superiorità, mortificante nei confronti di chi receives [13] .
accepting others in love is to make a lover, whatever his condition in terms of having. There is, in fact, a loved one unable to love in return. The charity event is always a mutual love because love always creates.
This establishes the circularity of giving, where is the growth and creativity of charity.
The charity gives the recipient the incomparable dignity of the Son of God, eternally receives from the Father himself up to be his equal in all [14] . Accepting love is to reflect the image of the Son. It follows that, like Christ, we relazione accogliente del Padre e del suo amore e dei fratelli e del loro amore.
In Cristo la carità eternamente accogliente del Padre si è fatta storia che accoglie gli uomini. Cristo ha vissuto l'apertura al Padre e al suo amore come universale apertura a tutti gli uomini, a cominciare dagli ultimi, dagli emarginati, dagli esclusi, dai peccatori. Amarli ha significato accoglierli, chiamarli all'amore, donare loro la libertà di amare.
In quanto accolto da Cristo, l’uomo è in relazione accogliente di amore con Dio e con tutti i figli di Dio. L’amore di Dio in lui si perfezione (cf 1Gv 4,12), in ragione diretta del nostro riconoscerlo e accoglierlo nei fratelli, nel più povero, piccolo e bisognoso.
So welcome to the brother, the youngest, is to accept Christ and God in him [15] "Whoever welcomes one such child in my name receives me, and whoever welcomes me welcomes not me but him who sent me "(Mk 9:37). Likewise, it is said of the disciples who proclaim Christ, "Whoever welcomes you welcomes me, and whoever receives me receives him who sent me" (Mt 10:40).
[1] Spicq C., Agape ', op. cit., p. 132.
[2] GILLEMANN G., The primacy of charity, op. cit., p. 171.
[3] Ibid, p. 170.
[4] Cf PIEPER J., On, Brescia 1974, pp. 42-48.50-54. «L'amore è per eccellenza ciò che fa essere» (BLONDEL M., Exigences philosophiques du christianisme, Univ. de France, Parigi 1950, p. 241).
[5] PIEPER J., Sull'amore, op. cit., pp. 47‑48.
[6] Ivi, P 53
[7] LOCHET L., Charité fraternelle, op. cit., p. 122.
[8] FORTE B., Trinità come storia, op. cit., p. 175.
[9] Sulla gratuità, la benignità e la misericordia cf COZZOLI M., Virtù sociali, in Koinonia, op. cit., pp. 90‑93.83‑85.95‑102.
[10] FORTE B., Trinità come storia, op. cit., p. 175.
[11] "Habita (in diloctione) et inhabitaberis, et mane manebitur in you: you will live in love and lived, remain and will remain in you" (St. Augustine, Tractatus in Joannis epistolam to Parthos 7, 10 , PL 35, 2034). The live and remain "are more a gift to his work. The active life is transformed in the past. What does the lover receives as a gift "(WELTE B., Dialectic of love, Brescia 1986, p. 21).
[12] B. STRONG, Trinity as History, op cit., Pp. 175-176.
[13] G. Marcel, Homo Viator, Paris 1945, pp. 66-67.
[14] Cf LOCHET L., Charité Fraternelle, op. cit., p. 123.
[15] If Christ is identified with the brothers in a position of dependency and poverty is because "he is eternally in God the One who receives everything from the Father" (ibid.).

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