Sunday, October 3, 2010

Air Rifles For Sale Derry

Gianni Leone "Life in Progress"

Non è così semplice parlare degli anni Settanta…Non so spiegarmi perché in quegli anni ci fosse in Italia tutto quel fermento. Forse perché per noi musicisti “nuovi” era una sorta di sfida andare contro la nostra pur gloriosa tradizione melodica italiana -che sentivamo come un pesante fardello- e perciò tentammo di rompere gli schemi prestabiliti e cambiare le regole del gioco. Con gli altri gruppi c’incontravamo in occasione dei tanti festival e ci confrontavamo in un clima di sana rivalità. Talvolta noi musicisti ci ritrovavamo per caso in qualche locale, per esempio il Piper club di Roma o l’Altro mondo di Rimini, e spesso nascevano delle jam sessions indiavolate che vedevano sullo stesso palco membri di diversi gruppi (un’altra curiosità: in Italia, in quegli anni, il Prog era chiamato –chissà perché- “Pop italiano”). Ci fu un periodo “d’oro” a cavallo tra il ’72 e il ’73 in cui suonavamo anche tre volte a settimana. Ricordo che una volta in Veneto suonammo, tra il sabato e la domenica, in quattro città diverse, due pomeriggi e due sere. Il nostro concerto era per il pubblico un’esperienza piuttosto shocking. Fin dal 1971, quindi da autentici pionieri delle mode che sarebbero arrivate negli anni successivi, ci presentavamo sul palco (ma eravamo così ogni giorno della nostra vita, anche a casa) vestiti in modo molto eccentrico ed oltraggioso (almeno così appariva agli occhi degli “ALTRI”, per noi era normalissimo), come nessun altro gruppo osava fare. Io in particolare: coi miei lunghissimi capelli tinti di biondo, le mie calzamaglie, le pellicce di leopardo, il trucco, i collari e gli stivaloni sado-maso col tacco altissimo, le provocazioni…La musica, poi, mancava di qualsiasi “appiglio” che potesse renderla più comprensibile: non era per niente orecchiabile, e noi facevamo in modo che dal vivo apparisse ancor più ostica, ancor più aggressiva…In fondo era il nostro modo di combattere: lo facevamo attraverso uno stile, una musica diversa da quella a cui praticamente tutti erano abituati…Magari un tentativo di “cambiare il sistema” proprio a cominciare dalla musica, di cui facevamo letteralmente “saltare” le regole, i suoni. Poteva essere un tentativo di evadere da un’atmosfera di perbenismo che avvolgeva l’Italia di allora: magari solo di facciata e, quindi, ancora più ipocrita. Come tanti, anch’io ho pensato di “cambiare il mondo” attraverso una serie di provocazioni; quando poi ti piove addosso musica come quella di Hendrix, Zappa e altri che le regole le stavano davvero cambiando, allora è una conferma che la musica è il tuo “canale di ribellione” privilegiato, con tutto quello che “girava” intorno. Il discorso valeva anche per chi veniva a sentirci: ricordo che a volte suonavamo di fronte a un pubblico di ragazzi immersi in un’unica, densa nube di fumo di hashish (e non solo), che ascoltavano la nostra musica come fossero in trance…Non erano ancora gli anni delle contestazioni, della “musica gratis per tutti”, degli scontri con la Polizia…Nella storia del Balletto di Bronzo, gruppo napoletano (solo il bassista Manzari era romano), Roma ha sempre avuto un ruolo importante, se non addirittura fondamentale. Potrei raccontare decine e decine di aneddoti incredibili, di retroscena mai rivelati prima, di fatti ed eventi “storici”. La prima formazione del Balletto realizzò l’album “Sirio 2222” proprio alla RCA, tanto per cominciare. Io per un breve periodo mi unii al gruppo come tastierista -pardon- organista (come si diceva allora) e cantante e facemmo una serie di concerti in tutta Italia suonando i brani del loro primo album. Quanti incontri tra i corridoi, alla mensa e al mitico (sì, mi si conceda di usare questo odioso e logoro aggettivo) bar della RCA!… Lucio Dalla, grande ammiratore del Balletto… E che dire di un Renato Zero che, dopo aver visto il nostro chitarrista Lino Ajello girare con una gallina al guinzaglio, spudoratamente cominciò a farlo anche lui…Ma vorrei raccontare qualcosa della “mia” formazione, quella dell’album “YS”. Mi vengono in mente tantissimi episodi, concerts in local events that no longer exist (the VUN-VUN the EUR ... TOTEM), "Controcanzonissima '72" at the Piper, with all groups of Prog (then "Pop") Italian ... But I want to recall the 4 evenings the "Second Festival of avant-garde and new trends" that took place at the Stadio dei Marmi in the Foro Italico on days 1, 2, 3 and 4 June '72. We were all really, just all the more significant of the Italian progressive groups. Ballet us we were feeling particularly excited, "YS" was just released and had good reviews. There was also incorporating the RAI, one evening and one not. The Ballet happened in una serata “no”, ma noi non battemmo ciglio poiché, da autentici “freaks”, non ci fregava assolutamente nulla di apparire nella disprezzata e odiata Televisione di Stato. Dietro le quinte c’era un fermento indescrivibile…Ancora oggi conservo amicizie nate in quei giorni: Gianfranca Montedoro, Umberto Santucci e le coriste Cinzia e Paola dei Living Music, spesso presenti persino ai recenti concerti del Balletto a Roma; i componenti del Banco, coi quali ancora ci s’incontra in tante occasioni (abbiamo anche fatto un concerto memorabile a Rio de Janeiro alcuni anni fa); Stefano Urso, bassista del Rovescio della Medaglia, che continuai a frequentare per alcuni anni… Ricordo un Alan Sorrenti piangente dopo la sua prima esibizione in pubblico, sommerso dagli ululati e dai fischi (eh sì, non aveva azzeccato nemmeno una nota, poverino: tutte calanti o crescenti, se non addirittura clamorosamente stonate. Note intonate: RARISSIME, e così avrebbe continuato a cantare per tutti gli anni successivi), confortato con la manina sulla spalla dal suo produttore Corrado Bacchelli, che era produttore anche del Balletto e, ahimè, continuò ad esserlo anche durante il mio periodo da solista, quando adottai lo pseudonimo LeoNero. Tutti ammirarono la mia “mise”: stivali al ginocchio sado-maso di cuoio dorato, calzamaglia nera, bolerino di paillettes color turchese, tutto realizzato su misura espressamente per me (allora la Moda non ... was yet become fashionable, it was necessary to invent things or realizzarsele alone) and, of course, pounds of jewelry. One of the presenters was a "Teopoli Teo," I read an old review recovered from my archive ... Was Teocoli? Mah! ... Among the audience also saw famous people and important. In the evening we played us, for instance, I noticed among other Shel Shapiro of Rokes. That's funny: just a few years before I was a little boy who went to concerts of Rokes and shouted: "Shel! Sheeeel! "But instead it was me that night to perform on that huge stage in front of him. The thing I was very surprised that after all I was not troubled much by the his presence is now beginning to feel a little 'star' too ..! How did it end with Balletto di Bronzo ... ... Let's say that we "suicide." Our way of life, based on complete lack of discipline and self-control, brought us to ruin. We chose to live together in a farmhouse in the countryside just outside Rimini. Initially, things went quite well. Then came the friends, then friends of friends and friends of friends of friends, until they arrived at the total chaos and anarchy! Also at that time we began to experiment with drugs of all kinds, but then back to certain experiences-while-there were questionable meanings and values, there was a cultural background. Today, however, drugs are a social drama and all. We had the accident, were subjected to theft, spent periods of very great difficulties of all kinds, but nothing seemed to upset us or stop us. In mid '73, however, the group began to fall apart ... The guitarist left the Ballet Ajello and left for Stockholm, the bassist returned to Rome ... I Manzari and drummer Stinga, alone, drums and keyboards, as did "Ballet Bronze "the latest concerts, the last was in Milan. For contractual obligations, we had to make for Polydor a 45, so we returned to Milan and, always alone, we recorded the single "The your home comfortable / Donna Vittoria. " At that time I, in addition to keyboards, I played even the guitars, vibraphone and bass parts with the Minimoog, besides singing. That experience made me realize that if I wanted, I could create an entire album by himself, because even I could play the drums. Saddened and disappointed by the end of the ballet, the group that had given the best of myself and my creativity, I decided to become a solo artist in the truest sense of the term, to the point of thinking that I'd never played or collaborated with other musicians. I began to think of what would become my first solo album: "True." I moved to New York, in '75 was the most exciting place to go, and there I recorded the album, composing and arranging all the tracks of running alone all the instrumental and vocal. I was happy to make music alone, in total autonomy. At that moment the ballet is for me only a part of my past. In the mid-80s I went to Stockholm. I found the former members of my group, but it soon became clear that even if I wanted, it was not possible to count on them to reform the Ballet. At that time, frankly, I was too focused on my speech to think of solo plunge back into a group situation, with all the difficulties and sacrifices that entails no addition ... of them had never touched a musical instrument: they owned a recording studio and take care of "behind the scenes of the music.
In 1995 I was asked to participate as guest in a group of Roman emerging but very interesting: The Diva. I agreed, and took a solo synth and a sequence all'Hammond on the track "Gargantua ..." (and not "the wind that is, as incorrectly stated on the liner notes of the first edition of the CD, the one with the green cover! ... ). we performed together live several times, and I had my own space solo in which she performed a "medley" of the historical parts of YS. We made a couple of concerts with Gary Green, chitarrista dei Gentle Giant, basato proprio sui brani storici di questo gruppo inglese; suonavamo tutti assieme, divertendoci molto. Poi una sera ci ritrovammo sul palco per il bis, io, il batterista ed il bassista dei Divae. “Che facciamo?” gli chiesi. Loro risposero: “Il Castello”. “Ma come fate a conoscerlo? E’ un brano del mio album VERO…”. “ Lo abbiamo provato a tua insaputa e siamo pronti a suonarlo”. “Bene, andiamo!” ll brano lo suonammo davvero bene tanto che, alla fine, io gli dissi: “il Balletto di Bronzo voglio riformarlo con voi due!”. E così fu. Provammo a lungo e meticolosamente e, quando fummo pronti, cominciammo a suonare a Roma e nel resto d’Italia. Mi sorprese molto vedere persone di tutte le età, dai diciottenni ai cinquantenni, accorrere ai nostri concerti con le copie dei vecchi dischi in mano!…D’altronde io, prima di decidere di riformare il Balletto, ci avevo pensato molto bene… Non avrei MAI voluto che potesse neanche lontanamente apparire come una specie di “ritorno di Godzilla”!…Odio i revival nostalgici. Se il Balletto doveva tornare, doveva essere addirittura superiore a quello del passato e avere tutte le carte in regola, a cominciare da me stesso e dal mio ruolo! Sono troppo critico e soprattutto autocritico nel modo di affrontare ogni aspetto della mia vita per lasciarmi andare al pressappochismo o al semplice enthusiasm of the moment.
I often wonder why new versions of the Balletto di Bronzo not consist of four elements as the original nucleus, but three ... My answer is: "First, because this way there is one less person with whom to quarrel ... and then because the trio is certainly more vital, dynamic and better satisfies my ego. "Today is very different from what it was in the 70s. First of all, I'm more interested in drugs of any kind, I do not need, I just need a glass of water to feel able to do anything. Then for many years I have become an irreducible healthy, they are absolutely a teetotaler, I hate to admit it and do not smoking. My passion are vitamins, food supplements, healthy eating, a vegetarian, and all this and not far from the "suspect" 1980. I have a very strong sense of discipline. Other than the "irresponsible little boy" that I was! Takes certain distances from the 'irresponsible' but not the "kid", though obviously more wise, experienced and balanced, I still feel today. Age is only a numeraccio on a document, we should not be constrained by a date, we are living beings evolving towards possibly the best, in every respect. At least that is my philosophy of life. Otherwise it's an experience that m’interessa. E poi ognuno di noi, prima di trovare il suo equilibrio -che non è necessariamente un punto equidistante fra il TUTTO e il NIENTE- deve esplorare e sperimentare, anche gli eccessi. Oggi tutto è ridotto a una moda di massa: ciò che un tempo era o poteva essere considerato rivoluzionario o trasgressivo, ora è stupidamente innocuo. Paradossalmente, però, la nostra società è solo apparentemente più evoluta e “aperta” di prima, anzi: da anni assistiamo a un ripugnante rigurgito di moralismo bigotto e ipocrita che cerca di vanificare tutte le nostre battaglie degli Anni ’70. Inoltre siamo bombardati di divieti, censure, limitazione della libertà individuale in ogni ambito e in ogni circostanza. Forse ormai non ci facciamo neanche più tanto caso, ma purtroppo è proprio così.Oggi ho certamente molta più professionalità rispetto ad allora e questo mi è servito quando il Balletto, a partire dal 2000, è stato invitato ripetutamente a suonare all’estero: dal Giappone agli Stati Uniti, dal Cile al Brasile, dal Messico alla Francia, di fronte a un pubblico colto e consapevole di ogni età che cantava i brani di YS insieme a me, cosa mai accaduta nemmeno quando suonavamo in Italia nei tempi “gloriosi”! Il concetto di “evoluzione” lo estendo anche alla musica. In fondo, il rock progressivo dovrebbe essere proprio questo, una musica che si evolve, che si reinventa. E invece spesso capita di hear things a heaviness that is so anachronistic-groups "historic" that groups comprised of twenty-hate-it let me as a kind musicale.Nel December 2002 and September 2003 participated with pleasure in two exhibition organized by John Cipriani at Villa Pamphili in Rome, where "historical and very significant for the Italian progressive. After so many years rincontrai fellow adventurers, members of groups still detectable in the first half of the 70-the most glorious. We exchanged a thousand anecdotes, and finally a well improvised jam sessions, just like ... "then"! I sang and played either alone or together with altri.Negli years I have maintained and cultivated as a precious treasure my whole sound of madness. I distinguish between madness "artistic" and "pathological." Behold, the second would be happy to leave ... OTHER (!...) how many there are and I keep it tight the first. I have nothing to hide under the carpet, how many of my former colleagues today are distinguished gentlemen who carefully avoid the memory of some slogan shouting that they, too, experience that they have done ... do not regret the past nor rejection: is my life. In evolution and progression. Exactly. Gianni Leone
2008

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